Perché questo sito è così importante per gli alpini?
Tenendo conto della felice posizione e delle straordinarie caratteristiche del santuario, gli Alpini della Sezione di Cuneo hanno voluto adottare il Santuario di San Maurizio e co-dedicarlo alla Madonna degli Alpini, per ricordare i caduti e i dispersi della Divisione Alpina Cuneense nel secondo conflitto mondiale.
Quasi tutte le famiglie della nostra pianura e delle nostre valli sono state segnate da lutti che spesso le hanno portate al passaggio da un’esistenza difficile ad una vita di stenti.
Tante, troppe, sono state le penne mozze: 1247 sul fronte occidentale, 417 nella campagna di Grecia, 13470 nella folle avventura in terra di Russia; ma occorre aggiungere ad essi anche i tanti che hanno lasciato la vita deportati nei lager tedeschi o in patria, durante la lotta di liberazione.
Quando gli Alpini hanno cominciato a salire sul colle?
Da quando San Maurizio venne proclamato Patrono degli Alpini. Fu il 1938 quando il Presidente dell’ANA inviò una circolare ai cappellani militari affinché si scegliesse un santo protettore delle truppe di montagna. Molte furono le proposte, ma raccolse il maggior consenso proprio San Maurizio, essendo stato un martire, un intrepido combattente, soldato di una legione alpina, martirizzato tra le montagne e venerato in regioni alpine. Questi era il comandante della legione Tebea che testimoniò con la vita la fede in Cristo ad Agauno, nel Canton Vallese (Svizzera) con i suoi legionari.
La figura di Don Giuseppe Macagno
Questa proclamazione suscita nell’animo di Don Giuseppe Macagno, vecchio alpino, borgarino di nascita e parroco di San Michele Cervasca dal 1940 al 1960, l’idea di fare nel santuario di San Maurizio, che sorge nel territorio della sua cura pastorale, un punto di incontro degli Alpini per ricordare i loro caduti, in particolar modo quelli del primo conflitto mondiale.
In loro ricordo fa piantare innumerevoli alberelli di pino e alla loro ombra sorgono piccole croci di legno con una targhetta che riporta il nome di un alpino caduto, inizialmente della parrocchia; poi, con il passare del tempo, le croci di legno vengono sostituite da quelle di ferro, più resistenti alle intemperie.
Poiché l’iniziativa suscita grande fervore, anche dai paesi vicini tante famiglie eleggono San Maurizio a luogo di ricordo e memoria per i loro caduti alpini, specialmente dopo la folle avventura in terra di Russia.
Don Guido Turla e la Madonna degli Alpini
Oltre ad un santo protettore, quasi contemporaneamente gli alpini eleggono a loro protettrice la Madre di Cristo. Mentre si stanno battendo nel fango e nella neve dell’Albania, gli Alpini della Cuneense chiedono ai loro cappellani che venga loro dedicata una Madonna. L’iniziativa venne accolta ed attuata da Don Guido Maurilio Turla, frate cappuccino e tenente cappellano del battaglione Saluzzo, reduce dalla prigionia di Russia e medaglia d’oro al valor militare (1910 – 1976), che, valendosi dell’opera del pittore torinese Luigi Guglielmino, trasmise il soggetto e la scenografia che circonda la Vergine, assisa su un trono di nubi come una castellana delle Alpi. Le siede in braccio il Bambino Gesù che stringe un mazzo di stelle alpine, in atto quasi di lasciarle cadere su una colonna di alpini e di muli che sale tra le rocciose pareti di una montagna. L’aquila, che caratterizza il quadro, è ai suoi piedi. Lo sfondo della scena è una bianca corona di monti su cui troneggia la maestosa mole del Monviso, la montagna simbolo della Cuneense. La felice realizzazione riscuote l’approvazione dell’allora ordinario militare e il consenso commosso degli alpini della nostra divisione, fra i quali l’immagine viene largamente riprodotta su una cartolina e su una medaglietta di alluminio, donata ad ogni alpino che prese parte alla tragica spedizione in terra di Russia.
La tela della Madonna sale al santuario
Finita la guerra, gli alpini della sezione ANA di Cuneo pensano che l’immagine possa avere la sua collocazione migliore sul colle di San Maurizio, accanto al protettore delle truppe alpine. Il 3 novembre 1946, ve la portano in forma solenne salendo a piedi il colle, allora solo servito da una mulattiera che lo collegava a San Michele e a Vignolo. Sono presenti autorità civili e religiose e i numerosi reduci alpini della Cuneense del I e del II conflitto mondiale e una folla di fedeli.
Il quadro della Madonna viene collocato al centro della navata in sostituzione di una vecchia pala d’altare ormai vetusta e gravemente danneggiata e viene benedetta nella nuova collocazione dall’allora Vescovo di Cuneo, Mons. Giuseppe Rosso. Da allora, la prima domenica di settembre di ogni anno si rinnova, da parte degli alpini e non solamente di quelli della Cuneense, un devoto pellegrinaggio al santuario.
I tanti lavori degli Alpini
Nel 1957, auspici gli alpini della sezione di Cuneo, con a capo il compianto artigliere alpino Avv. Dino Andreis, iniziano i lavori di costruzione dell’attuale strada e i restauri del santuario con l’aiuto significativo prestato dagli alpini in armi.
Vari reparti di genieri alpini della Taurinense prestano la loro opera in special modo alla costruzione della nuova strada. Alloggiano in parte a San Michele e in parte sul colle, nella vecchia chiesa di San Matteo; alcuni di loro familiarizzano così bene con la popolazione che si sposano in loco e formano una famiglia a San Michele. Nel santuario si pone in opera un rifacimento interno ed esterno di intonaci. Vengono collocati 24 gagliardetti multicolori che paiono inchinarsi alla Madonna dalle due rastrelliere correnti ai lati dell’altare. Recano i nomi dei battaglioni, dei gruppi dell’artiglieria alpina e dei servizi dei reparti alpini della Cuneense. Perenne arde nel tripode la fiamma del ricordo e della preghiera. Nella sua nicchia, degnamente ricomposto, San Maurizio con i suoi baffetti neri fa buona guardia alla Madonna.
La doppia intitolazione
La solenne dedicazione del tempio alla Madonna degli Alpini e a San Maurizio da parte del Vescovo di Cuneo Mons. Guido Tonetti, svoltasi il 10 settembre 1961, anno del centenario dell’Unità d’Italia,riunisce sul colle migliaia di alpini e familiari di caduti.
Il cippo
Nell’ambito della ristrutturazione, il 31 luglio 1960 la Sezione di Cuneo allestisce un cippo costituito da grossi massi di pietra sormontati da una croce di ferro, con un paio di scarponi chiodati (quelli con cui furono mandati a morire nel gelo i nostri alpini) e un cappello alpino.
Al fianco del monumento si erge l’alto pennone per il tricolore. In seguito viene apposta una targa ricordo del Gen. Emilio Battisti, comandante della Cuneese in terra di Russia. Col tempo, a questo cippo se ne affiancano altri tra i quali quelli della Garfagnana, e di varie zone del Cuneese e del Piemonte.