In data 11 Gennaio 2022, io, mia sorella gemella, mio padre, mia nonna 91enne e i nostri due cani, ci siamo recati presso il santuario di San Maurizio a far visita alla lapide del fratello di mio nonno, Giorgio Venere, che faceva parte del 2°Reggimento Alpini della Divisione “Cuneense”. Ci siamo avvicinati, e scostando i fili d’erba abbiamo accarezzato la foto di questo giovane ragazzo, serio e vestito da militare (come le foto dei ragazzi sulle lapidi vicine), morto a soli 26 anni, lontano da casa. Ovviamente le sue spoglie non riposano in questo bellissimo luogo, che martedì era abbracciato da un sole quasi primaverile, ma in Russia, ad Aleksin. È stato comunque significativo per noi avere un posto dove recarci per dedicargli un pensiero.
Purtroppo non ho avuto l’occasione di conoscere mio nonno essendo mancato nel 1973, ma tramite i racconti di mio padre, mia nonna e mio zio (chiamato Giorgio, come tutti i primogeniti dei miei prozii, che volevano ricordare il loro fratello che non fece ritorno dalla Russia), abbiamo coltivato il ricordo del mio prozio Giorgio.
Quando ero piccola, ogni tanto mio papà ci raccontava qualcosa della vita di suo papà (classe 1915) e inevitabilmente venivano anche fuori le tristezze della guerra, dell’ 8 settembre, della vita da partigiano. Poi si parlava del prozio Giorgio, che era stato catturato insieme a un suo compagno nel tentativo (riuscito) di portare il suo comandante Mina in un ospedale russo (per questo ricevette la Medaglia di Bronzo al Valor Militare) e di come una delle mie prozie preferisse credere che il fratello Giorgio non fosse morto in Russia, ma anzi che fosse riuscito a scappare dalla prigionia, si fosse sposato e avesse creato una sua famiglia là.
Tutto questo mi ha sempre spinto ad approfondire, informarmi: soprattutto adesso che nell’era digitale è così facile reperire informazioni, sono anche riuscita ad ottenere dei documenti riguardo alla storia militare del mio prozio prima tramite il sito dell’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia e poi l’archivio di stato di Cuneo, con lo scopo di cercare di colmare un po’ una sorta di vuoto che ho sempre percepito. Non so se mi spiego, ma è po’ come se trovare informazioni riguardo al mio prozio sia come saldare una sorta di debito con la memoria.
Infine recandoci martedì in questo luogo abbiamo avuto la possibilità di apprezzare come ci siano tante persone che mantengono vivo il ricordo dei loro cari dispersi in Russia su questa bellissima collina sopra Cervasca.
Rebecca e Demetra Venere