Il 2 giugno 1946 gli italiani furono chiamati a scegliere la forma istituzionale dello stato, ovvero se confermare Casa Savoia o optare per la repubblica. La partecipazione al voto fu altissima. La scelta altrettanto chiara: votò l’89% degli aventi diritto e oltre il 54% scelse repubblica. I ricorsi vennero respinti il 18 giugno. Il 13 giugno Umberto II aveva già lasciato l’Italia alla volta del Portogallo: un gesto di dignità da parte di una persona consapevole degli errori della sua casata.
Il 2 giugno gli italiani votarono anche i loro rappresentanti nell’assemblea costituente che, alla prima seduta, elesse Enrico De Nicola a capo provvisorio dello stato.
Come si votò dalle nostre parti?
Una ventina di anni fa, per il libro “Noi c’eravamo”, avevamo sentito alcune opinioni. Alla domanda “Monarchia o repoubblica”, Don Romildo Serra, a lungo parroco di Cervasca, aveva risposto senza esitazioni: “Repubblica!”. Al contrario, Giovanni Vietto, già sindaco di Bernezzo e consigliere provinciale, aveva detto con altrettanta sicurezza: “Monarchia. Avevamo paura della repubblica, che identificavamo con la sinistra. Avevamo anche paura di sbagliare; chiedemmo consiglio al parroco che consigliò la monarchia”. Aveva invece risposto Luciano Rabbia: “La monarchia sappiamo già com’è, la repubblica non lo sappiamo…”.
I dati ufficiali non parevano molto convincenti, ma nessuno li aveva mai confutati con prove.
Vediamo le percentuali della provincia di Cuneo, dei nostri comuni e di due piccole realtà che si pongono alle due estremità della scelta (da https://elezionistorico.interno.gov.it/):
Pare evidente che la provincia di Cuneo, nonostante il fondamentale contributo della resistenza, resti monarchica, mentre le percentuali dei due “schieramenti” cambiano notevolmente da un paese all’altro, fino agli estremi di Bellino, che è tutta monarchica, o Cartignano, che si schiera compatta per la repubblica.
Altissima la percentuale dei votanti: il futuro del paese tocca 9 cittadini su dieci. Più gli uomini che le donne: pur avendo finalmente acquisito il diritto a votare, non tutte si sentono partecipi della scelta, come dimostrano i dati di Vignolo: elettori maschi iscritti 471; votanti 469. Elettrici iscritte 517; votanti 441.
mb