da LA STAMPA del 18.01.2025 – Matteo Borgetto
Trenta ore di inferno nello scontro con l’Armata Rossa, il 19-20 gennaio 1943: la Divisione fu quasi totalmente annientata e su 16.500 militari partiti (6 mila della Granda), meno di 1.500 fecero ritorno. Alla presenza del Consiglio nazionale guidato da Sebastiano Favero, di decine di gagliardetti e labari, il presidente di sezione Davide Spedale ha omaggiato il Cippo ai Caduti, con l’alzabandiera e l’esecuzione dell’Inno Nazionale.
«Ecco perché consideriamo questo luogo un Sacrario – così il sindaco di Cervasca, Enzo Garnerone, ricordando che da anni l’Ana cerca di ottenere il riconoscimento di Sacrario militare -. Abbiamo approvato una delibera, che sarà inviata al Presidente della Repubblica, alla Presidenza del Consiglio, Provincia, Regione e le centinaia di Comuni, dal Piemonte alla Toscana, dove furono reclutati gli alpini della Cuneense. Insieme per un unico obiettivo: trasmettere la storia e i valori alpini ai giovani».
«Un alpino riposa qui, a nome di tutti i Caduti e dispersi in Russia – ha sottolineato la professoressa e storica Maria Bramardi -. Uno per ribadire la sacralità di questo posto». Con un richiamo finale alla lapide posta negli Anni 60 dalle sezioni Ana di Lucca, Pisa e Livorno. «Le milleottocento penne mozze di Lucchesia, convenute a raduno con i fratelli della Divisione Cuneense, da questo colle additano ai potenti la pianura e le valli operose. E li ammoniscono che non dalla guerra, ma dal lavoro, dalla libertà, dalla fratellanza, i viventi traggono nobiltà e grandezza».
Dal Santuario è quindi partita la staffetta della fiaccola alpina: gli atleti del gruppo sportivo di Cuneo che hanno percorso 14 km, fermandosi ai monumenti di Cervasca, Confreria e corso Dante a Cuneo, con arrivo al Memoriale della Cuneense all’ex Stazione Gesso.