In una bella giornata primaverile, si è tenuta la sospirata apertura del santuario di San Maurizio e Madonna degli Alpini. Dal primo pomeriggio i gruppi hanno cominciato a salire: bellissimo vedere il piazzale  finalmente pieno di macchine, cappelli e gagliardetti degli alpini, persone che scelgono il santuario come meta di un pellegrinaggio e non solo per il panorama.

Introdotto dall’intervento del cerimoniere Fabbri, si è tenuto l’alzabandiera a cui hanno preso parte i rappresentanti di 23 gruppi, i sindaci di Cervasca, Vignolo e Caraglio, tanti alpini e tanta gente. Due alpini hanno posto sul cippo un omaggio floreale di semplici fiori di campo. La giornata era finalizzata al ricordo della ritirata di Russia, dei tanti non più ritornati, degli alpini portati via dal Covid e di Maria Camisassa, anche lei “partita” nell’ultimo anno.

Commovente la presenza per tutto il pomeriggio di Giovanni Viale, classe 1921, vicino al 100 compleanno, uno degli ultimi reduci della campagna di Russia, presente per dovere di testimoniare le tragiche vicende della giovinezza e la conquistata libertà.

E’ seguita la celebrazione eucaristica, animata dal coro di Borgo Gesù Lavoratore. L’invito di Don Tonino, come commento al vangelo dei tralci e della vite, è stato di rimanere attaccati a Cristo per portare frutti di pace e di vita.

La preghiera dell’alpino ha concluso la giornata, insieme al saluto del consigliere nazionale Franza.

Un buon caffé al bar (funzionante solo all’esterno, aperto dal 2 giugno), il filmato sul santuario per chi ancora non l’aveva potuto vedere e la speranza di poter tornare presto a festeggiare senza distanze.

mb